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lunedì 7 dicembre 2015

Out of Control: PlayStation Troll Experience 2015, ma quasi tutti i media tacciono


A Microsoft non sono bastati due eccellenti E3 (edizione 2014 e 2015 per la precisione), una Gamescom 2015 incredibile e la presenza, più o meno ampia, in altri eventi di rilievo (Comic-Con, The Games Awards ecc.) per far sì che i media si accorgessero di Xbox One come console per il gaming nudo e crudo.

No, non sono bastati due anni pazzeschi, tra line-up senza rivali e la trasformazione della Dashboard con innumerevoli features richieste dagli utenti per convincere le testate giornalistiche online che anche Xbox One poteva valere qualcosa per l'home gaming.

Così come non sono bastate nemmeno una valanga di nuove IP, nuove tecnologie (il cloud su tutte, sfruttato già all'inizio con Titanfall e Forza Motorsport 5, i server dedicati per il multiplayer online) per mettere sotto una luce diversa la nuova console di Microsoft, massacrata sì da un "reveal" a dir poco disastroso, ma anche dagli stessi media che invece hanno elogiato Sony anche quando non ce ne era bisogno.

Tra Digital Faulty (all'epoca Digital Foundry), editoriali di dubbia qualità e pareri "social" sparsi tra NeoGaf, Kotaku e realtà consolidate, si è etichettata Xbox One come la console meno potente, incapace di gestire i 1080p, volta solo ad essere un sistema multimediale rivolto alla TV e incentrato solo su sport e Call of Duty.

Questa pantomima dura da anni e, purtroppo, sembra essere ormai radicata in tutti i più importanti siti specializzati. Microsoft sbaglia tutto mentre Sony non stecca mai. PS4 è la super console in grado di fare tutto mentre Xbox One è una Apple TV monca, una cosa non per hardcore gamer ma per chi ama il salotto e, in misura minore i videogiochi.


In altri termini PS4 viene dipinta come l'unica console di questa generazione, seguita da un ibrido che non eccelle in nessun campo come Xbox One.

Nessuno, o meglio in pochi, hanno riconosciuto i meriti di Phil Spencer di aver raddrizzato il negativissimo trend avviato da Don Mattrick (poi licenziato) e di aver rimesso in carreggiata una console nata sì sotto la stella sbagliata, ma che ad oggi è l'unica che può essere definita tale. Il motivo?

Come tutti voi ben saprete le console sono strumenti indirizzati principalmente al gaming, senza giochi, esclusive e servizi di base tali macchine non avrebbero motivo di esistere. Ed è proprio su questo aspetto che Microsoft si è voluta (ri)focalizzare, tornando a stretto contatto con i giocatori e i fan del brand Xbox, ponendo al centro dell'attenzione "il gioco", tralasciando orpelli e, ahimè, progetti ormai sulla via del tramonto (avete detto Kinect?).

Rendere dunque Xbox One la piattaforma di gioco per eccellenza, facendo tornare i fasti di Xbox 360. Missioni raggiunta, ma nessuno lo vuole dire apertamente. Ryse: Son of Rome, Sunset Overdrive, Forza Motorsport 5 e 6, Forza Horizon 2, Titanfall, Halo Collection e Halo 5, Killer Instinct, Gears of War Ultimate Edition, gli arrivi di Fable Legends, Sea of Thieves, Scalebound, Crackdown 3, Quantum Break, Gears 4, Halo Wars 2 e tantissime altri progetti da tripla A ci hanno tenuto compagnia in questi due anni del lancio della console e che ci terranno compagnia anche per tutto il 2016, siano esse esclusive Xbox One che titoli in esclusiva Microsoft (in arrivo cioè anche su PC Windows, ma con la possibilità di godere del cross-play tra i due formati).

Ai tanti giochi sopra elencati si aggiungono anche un controller che non ha rivali, soprattutto se consideriamo il neoarrivo dell'Elite, un servizio online impeccabile (server dedicati per la maggior parte dei giochi, sia di prime che di terze parti, quindi matchmaking veloci, room che non collassano per colpa dell'host che lascia, assenza di LAG...), la retrocompatibilità gratuita, i Games with Gold che finalmente hanno iniziato a decollare per assortimento e titoli, la capacità della One di gestire il multitasking vero, la parte relativa alla multimedialità e l'utilizzo di Hard Disk USB esterni per installare giochi ed App. App che aumenteranno sensibilmente grazie a Windows 10 di cui la One ne porta ora il "cuore".

Il videogiocatore al centro dell'attenzione con Xbox One, peccato che in pochi se ne siano accorti accecati dal becero marketing di Sony tutto a 1080p e proclami che rimangono giusto tali...

E cosa ci tocca leggere in giro? Che Sony ha vinto l'E3 per due anni di fila, che ha vinto la Gamescom 2015 anche se non ne ha preso parte, che vince il TGS 2015 e vince anche l'evento dedicato a PS4, quel PlayStation Experience 2015 che invece sta portando un mare di polemiche, almeno tra i videogiocatori.

Ricordo ancora come i vari IGN, Gamespot, Eurogamer, Kotaku, Giant Bomb, NeoGaf (stranamente eh) e i portali italiani tutti (Everyeye, Spazio Games, Multiplayer e affini) impazzirono letteralmente alla vista di Shenmue 3 (titolo multiformato finanziato su Kickstarter), del remake di Final Fantasy VII (altro titolo multiformato, per di più realizzato a episodi nemmeno fossero i TellTale Games gli sviluppatori... e Hype che decresce) e di The Last Guardian, titolo annunciato dieci anni fa e, forse, in arrivo su PS4 nel 2017: Sony gioca coi sentimenti, gioca col marketing e, a quanto pare, ha ragione da vendere.


Nessuno dei "giornalisti" in preda al delirio è riuscito a scrivere a mente fredda come lo show di Sony sia stato "paraculo" e, all'atto pratico, impalpabile per il giocatore. Qualcuno sin troppo legato ai ricordi ha deciso bene che un titolo indie (autofinanziato) e un remake previsto anche sulla console rivale potesse avere più appeal davanti alla retrocompatibilità e una line-up 2015 senza freni.

A Sony tutto è concesso, a Microsoft nulla, anche quando fa bene. Non ho letto ad esempio articoli contro Sony sul come la compagnia nipponica si sia sin troppo adagiata sugli allori viste le incredibili vendite di PS4, con critiche sulla mancanza di grosse esclusive anche per quest'anno (se considerate che la più imponente sia una collection... di tre giochi per PS3 riadattati su PS4, online escluso), un orientamento rivolto alle terze parti (vedere giochi come Destiny e Star Wars: Battlefront trattati come esclusive... fa un po' ridere e riflettere) e tanti, tantissimi annunci fumosi in cui solo il fanboy più convinto può credere.

E, purtroppo, il giornalismo videoludico è fatto proprio dai fanboy, non di esperti del settore, almeno nella maggior parte dei casi.

Ancora non ho letto, tanto per fare un altro esempio, di come il PlayStation Now per la "retrocompatibilità" in streaming sia eccessivamente costoso e poco funzionale (ma come, il cloud computing era impossibile e il game streaming invece accessibile a tutti? Non è che forse è l'esatto contrario?).

Ma questi signori hanno i giorni contati e più di qualcuno ha iniziato ad aprire gli occhietti tappezzati di 1080p e slogan pubblicitari: il recentissimo PlayStation Experience 2015 ha svelato le vere intenzioni di Sony.

Nessun gioco tripla A è in arrivo quest'anno, nessun nuovo progetto è stato svelato e si rimane aggrappati ai possibili God of War 4 e la nuova IP di Sucker Punch. Di Horizon: Zero Dawn nemmeno l'ombra, così come il breve spezzone di Uncharted 4 che ha aperto lo show non ha convinto i più (dialoghi con risposte multiole? WoW!), di The Last Guardian c'era solo una statua, di Shenmue 3 non è stata annunciata nessuna nuova raccolta fondi (e questa è la buona notizia).


I giocatori che hanno acquistato PS4 stanno ancora con Knack, Infamous: Second Son, The Order: 1886, Driveclub, Bloodborne e Killzone: Shadow Fall, titoli che hanno più di un anno sulle spalle e che la critica non ha nemmeno premiato più di tanto. Due Natali senza nulla, se escludiamo indie e remaster.

E quali certezze ha il povero fan di PS4? Uncharted 4 e una manciata di mosche bianche poichè del resto non si sa nulla ancora. Il PSX 2015 è stato il tripudio del casual gamer, con indie e giochi mobile in arrivo sulla super performante PS4 (il cui hardware è spinto da tecnologia aliena secondo i media e gli ingegneri di settore), con l'aggiunta di ancora più "casual" grazie a quel marchingegno medievale del PlayStation VR. 

Muniti di caschetto per la realtà virtuale, due controller che rimandano a dei vibratori, un accrocco che bisogna collegare a PS4 per generare più potenza altrimenti la realtà virtuale sarebbe impossibile (ma come, PS4.. 1080p... GPU venuta dallo spazio e 8 GB di GDDR5 che fine hanno fatto?) per godere a... altri indie. 

Ma questa volta completamente in 3D! Basta avere una stanza adibita unicamente alla PSVR e il gioco è fatto!


Torniamo seri: ci si aspettava un nuovo Crash Bandicoot, perchè così aveva fatto intendere la maglietta di Shawn Layden di Sony che presenziato la conferenza. Per quale diamine di motivo indossava quella maglietta altrimenti? Non lo sa nemmeno Sony

Forse voleva copiare Phil Spencer, ma Spencer con le sue famose t-shirt vuole sempre indicare un annuncio dietro l'angolo, un messaggio subliminale rivolto ai fan, ma con dimostrazione pratica.


Il flop del PlayStation Experience di quest'anno ha obbligato il boss dei Sony Worldwide Studios, Shuei Yoshida, a cercare di depistare chi si aspettava molto di più, dicendo che tale show era rivolto a titoli minori. La casa di PlayStation, la comunità PlayStation riunita per... degli indie e delle demo esilaranti sulla realtà virtuale? Qualcosa non quadra. 

Due anni senza grossi annunci all'E3 (escludendo Horizon e il fu The Order), un TGS risicato (nessun nuovo annuncio, per non una manciata di giochi  che mai vedranno la luce in occidente), l'assenza alla Gamescom di agosto, un evento quello del Paris Games Week che nessuno si ricorda e ora il PSX che ha mandato su tutte le furie chi credeva di avere tra le mani la console "for the players".

Ad uno show il cui tema principlae è "l'esperienza PlayStation" ci si aspettava senz'altro di più, e i pochi annunci fatti riguardano giochi che vedranno la luce anche su altre piattaforme (Street Fighter V che già conoscevamo, in arrivo anche su PC, Ni no Kuni 2 che vedrà su PS4 il suo "console debut" così come anche per Ace Combat 7, Final Fantasy VII Remake e Paragon, il MMO di Epic Games). 

Lo ha spiegato anche Yoshida cosa voglia dire il termine "console debut":


Nonostante ciò molti siti riportano "l'esclusività PS4" dei giochi annunciati alla PSX... forse per rifiutare l'idea di aver assistito ad una sagra di paese piuttosto che ad uno show di Sony.

Nessuna esclusiva "only on PS4", nessun annuncio riguardo nuove IP che non fossero indie. Il problema, ma nessuno ve lo dirà, è che Sony sta attraversando ancora un periodo buio a livello economico, è vicina alla banca rotta e per questo motivo non può effettuare ingenti investimenti su nuovi titoli (il flop di The Order: 1886 ha messo in crisi gli stessi Ready at Dawn, ora divenuti software house multiformato). Ogni tripla A che non raggiunge l'obiettivo porta solo il segno meno nella casse, ed è un rischio che Sony non può prendere, almeno per il momento. Ecco perchè la grande S punta più al sodalizio con le terze parti, "acquista" l'esclusività sulla promozione pubblicitaria di titoli previsti anche per altre console, per una mera questione di "soldi": meno rischi, assenza di investimenti, ritorno garantito.

Dall'altro canto Microsoft può rischiare nuovi approcci transmediali come Quantum Break (gioco e serie TV incrociati), nuove tecnologie (Crackdown 3 e cloud computing), investimenti su nuove IP (Scalebound, Sea of Thieves, Ryse, Sunset Overdrive, Fable Legends ecc.). Male che vada se un titolo "stecca" non si produce il sequel, ma questo non compromette la stabilità del brand e dell'intera compagnia. Ecco perchè su Xbox One è possibile trovare più varietà, più qualità e il più alto numero di esclusive (Xbox o Microsoft che siano).

Potremmo quasi dire che la situazione si è ribaltata a 360 gradi, con Microsoft che ha fatto ammenda degli erori iniziali e ha iniziato a lavorare a stretto contatto coi fan, mentre Sony aveva iniziato benissimo salvo poi chiudersi in se stessa. Il risultato finale è stata proprio la traballante PSX di sabato scorso.

Pubblicità ingannevole
Sony ora è tutta Call of Duty e TV (DLC in esclusiva temporanea, tornei ufficiali, PlayStation Vue), con PS4 la piattaforma preferita dai casual gamer e dagli sviluppatori più piccoli (indie e PlayStation VR), con buona pace per gli hardcore gamer stanchi di titoli arcade come Driveclub o piatti come Killzone; tanti servizi a pagamento e lontani dall'essere "for the players", vedi PlayStation Now e l'emulazione (ripeto, emulazione, non retrocompatibilità) dei vecchi titoli PS2 su PS4 che è necessario riacquistare in forma digitale a prezzi allucinanti (tra i 10 e i 15 euro per titolo), una piattaforma online che nonostante sia diventata a pagamento soffre sempre di più bassi che alti e che è ancora basata sul peer to peer per il gioco in rete (offline durante il Black Friday, problemi ai server di Bloodborne ecc.).

Su Xbox One invece tutto l'opposto, Xbox Live che rimane l'eccellenza per il multiplayer online, server Azur dedicati, cloud computing, line-up e titoli AAA in esclusiva, retrocompatibilità gratuita con tutti i Games with Gold di Xbox 360 su One, Windows 10, Universal App, integrazione con la TV, team Xbox che ascolta i fan e ci lavora a stretto contatto proponendo nuove feature mese dopo mese.

Con mia sorpresa ho notato come Everyeye abbia realizzato un editoriale "contro" di Sony dopo la conferenza del PSX 2015, che mi trova d'accordo su tutti gli aspetti. Finalmente ci si inizia a svegliare da quel torpore durato per troppo tempo, e qualche giornalista sembra essersene accorto. Non è mai troppo tardi ed è giusto che qualcuno inizi a dire la sua senza sudditanza e senza troppe paure di ferire il fanboy di turno. Questo è il compito del giornalista, non di tessere lodi sempre e comunque anche quando le cose non vanno bene.

Qualcuno mi potrà dire che tutto ciò ha un prezzo: un hardware inferiore e la presenza ancora del resolution gate. Rispondo: ne siete così sicuri? Già conoscete il prezzo dei 1080p e di come molti giochi su PS4 girino a tale risoluzione per via della mancanza di effetti e filtri, cosa che non manca a Xbox One sebbene a risoluzione più bassa (900p). Posso portarvi gli esempi di Need for Speed e di Just Cause 3 (grass-gate al contrario), mentre non si hanno problemi con Fallout 4 e Assassin's Creed: Syndicate (stessa risoluzione). 

Ma perchè ancora titoli a risoluzione più bassa? Star Wars: Battlefront a 720p come Battlefield 4 e Hardline per via del Frostbite, gli altri per mancanza di ottimizzazione e, cosa più importante, l'assenza di API basate sulle DirectX 12, finalmente giunte su Xbox One e in attesa di essere utilizzate. Con Quantum Break avrete una risposta a tutti i vostri punti di domanda, ma intanto godetevi Rise of the Tomb Raider, un titolo a 1080p eccezionale dal punto di vista tecnico. 

Just Cause 3:




Need For Speed:




Eh sì, Xbox One può raggiungere 1080p senza troppi problemi o compromessi, checchè ne dica il DF che è rimasto ancora scottato dai 60fps solidi di Halo 5 o dall'imponenza del nuovo Tomb Raider.

X-Rays

martedì 10 novembre 2015

Out of Control: come funziona un sito di videogiochi? Ecco da dove passa l'"informazione"


Una volta si correva in edicola e si acquistava l'ultimo numero della rivista Videogiochi, edita dall'allora Jackson Libri, per essere aggiornati su quanto stesse accadendo nel mondo videoludico. Erano i tempi in cui la stampa specializzata muoveva i suoi primi passi, a cavallo tra gli anni '80 e '90, almeno in Italia.

Il boom dei videogiochi nel nostro Paese determinò anche una ristrutturazione della stampa videoludica che, anno dopo anno, cresceva di pari passo come quella più popolare e famosa che trattava sport, politica, economia e via dicendo.

Le riviste di videogiochi muovevano i loro primi passi e le redazioni non avevano nulla da invidiare a quelle di testate ben più importanti e la volontà degli editori era quella di portare il medium videoludico alla cronaca di tutti i giorni, al pari di quella del cinema o delle televisione, tanto per intenderci. Si lavorava sodo, si facevano viaggi e traversate memorabili per i vari press tour sparsi per il globo, con l'unico obiettivo di portare aggiornamenti su questo fantastico e variegato mondo, ai lettori che avevano nelle riviste l'unico mezzo di informazione.

Con l'avvento di Internet e delle prime e-zine i tempi sono cambiati e con essi anche il modus operandi dei siti di settore. Ora che l'informazione viaggia a ritmi incredibili, bastano pochi minuti per conoscere quello che avviene dall'altra parte del globo. Prendete una semplice "news", in pochi istanti ve la ritrovate propagata nei siti più importanti, così come gli eventi come E3, Gamescom tutti trasmessi ormai in diretta e accessibili a tutti.


Quello che è cambiato, essenzialmente, è il modo di rapportarsi al pubblico e il modello con cui si fa informazione. In un mondo dove ogni cosa, ogni elemento viene stereotipato, uniformato, è davvero difficile demarcare le differenza tra un portale e un altro, dato che bene o male tutti riportano la stessa notizia, la stessa fonte, la stessa analisi, senza cognizione di causa. Perchè un utente segue Spaziogames piuttosto che Everyeye o viceversa?

Non di certo per i contenuti ma, tendenzialmente, per chi "riporta per primo la notizia": tal volta si combatte nell'ordine del secondo pur di apparire tra i primi risultati su Google, e fregiarsi così come il sito che ha inserito la notizia in anteprima nazionale. E poi, in cascata, tutti gli altri.

Se prima, con la carta stampata, esisteva una forma di giornalismo, con veri inviati e notizie che andavano tanto cercate, battute quanto elaborate, con il web alla portata di tutti il discorso è cambiato, e anche radicalmente.

Si punta alla quantità, non più alla qualità, si punta a essere i più veloci, non chi riporta la notizia nel modo corretto, perchè basta un secondo e qualcuno può arrivare prima di te.

Tutti, oggi, possono scrivere di videogiochi, perchè per scrivere sono richieste due piccole cose: la conoscenza dell'inglese scritto e una buona conoscenza dell'italiano, sempre scritto. Se poi si ha un background di videogiocatore tanto meglio, ma non è essenziale, perchè per i "dettati" servono solo pochi requisiti.

Quello che ritroviamo tutti i giorni sui vari siti è sempre la solita solfa: qualcuno (nella maggior parte dei casi inglese e americani) di una testata individua un tweet, un post su NeoGaf, una piccola informazione magari diffusa da una software house e si inanella una successione di news copincolla.


Per i portali italiani, per quelli che non hanno una redazione interna, si tratta di risalire alla fonte della notizia (che sia poi affidabile o meno poco importa, l'importante è che si riporti la news) e farne una semplice traduzione. Finito il compitino si passa a quella successiva, così fino a fine turno (di solito un newser, e badate bene, newser, non giornalista, deve scrivere 10 notizie al dì per un corrispettivo di circa 100 euro al mese netti, se lavora per cinque giorni alla settimana).

L'informazione videoludica italiana ed estera viaggia quindi su un binario parallelo, e le notizie pappagallo spesso derivano da questo sistema che è tutto fuorchè giornalisitico. Il modus operandi è quindi il seguente: apro Feedly o un aggregatore di notizie, mi spulcio quelle più importanti e rilevanti riprese da un pool di siti web, ci faccio la traduzione e pubblico, senza curarmi che la fonte all'origine sia veritiera, fondata, supportata da fatti o "prove".

Inoltre i soliti Gamespot, IGN, Otaku e compagnia bella attingono da quello che è visto da tutti come il forum per eccellenza quando si tratta di videogiochi: NeoGaf, il cui fondatore Tyler Malka è stato al centro di alcuni "scandali" che ne hanno intaccato la credibilità: da Gamergate ai fake insider (CBOAT, un account utilizzato da più di una persona) utilizzati per diffondere false notizie attorno a Xbox e Microsoft, o l'avvicinamento di altrettante figure che sono poi sparite nell'ombra, vedi Famous Mortimer o Thuway, due soggetti da cui sono partiti "rumor" come la vendita della divisione di Xbox ad Amazon, la cancellazione del brand Xbox dopo il presunto arrivo dell'ex boss di Nokia Stephen Elop o presunti leak di problemi legati all'hardware e al software di Xbox One, giusto per citarne qualcuno.

Tyler Malka a sinistra e Timoty Lewinson a destra, i fondatori di NeoGaf
In questi giorni, ad esempio, da NeoGaf è partito il tran-tran sulle vendite basse di Halo 5: Guardians in UK (dati estrapolati non si sa bene da dove e non comprensivi di bundle e copie digitali) e che stanno girando in queste ore anche sui portali italiani.

Gaf è ormai un posto apertamente schierato, pro Sony (alcuni moderatori come Timothy Lewinson sono dipendenti di Adam Boyes di Sony, che detiene anche una sua azienda privata, la Beefy Media...).

In questo forum è quasi immorale parlar bene di Xbox One pena il ban, quando la stessa PlayStation 4 è inattaccabile ed osannata ancor prima che dai fan dai moderatori di Gaf (Bishop su tutti, aka Timoty Lewinson). Basta fare un giro su questo "social" per capire che aria tira... e come sia un posto avverso per gli appassionati di Xbox.... e dire che le principali notizie anti-Xbox partono proprio da qui e, come spesso accade, si evita di dare risalto o visibilità a notizie vicine a Microsoft (non troverete nulla su Crackdown 3 e il cloud computing, sulla retrocompatibilità di Xbox One, le tecniche di rendering di Quantum Break o sul fatto che Microsoft sia il secondo e più importante produttore di videogames al mondo...).

E quando una news non passa per NeoGaf, questa difficilmente trova visibilità all'interno dei siti di un certo rilievo, o se arriva, state certi che arriva in ritardo.

Così, purtroppo, lavorano i cosiddetti "siti specializzati", specializzati nel copiarsi avvicendevolmente le news senza la benchè minima conoscenza giornalistica, perchè chi scrive di videogiochi non è iscritto all'Ordine, non fa parte di una redazione vera e propria e non scrive per una testata regolarmente iscritta la tribunale competente: per questo motivo li definisco blogger. Ovviamente non è sempre così e anche in Italia ritroviamo redazioni "vere" e non virtuali, con capi redattori con tesserino e iscritti all'Albo, ma si tratta di casi unici.

I press tour, all'interno di un sito-modello, li fa unicamente il capo redattore o quella cerchia di fedelissimi, mentre le news, quegli articoli che leggete ogni giorno, passano da ragazzetti che non hanno competenze o qualifiche, sono semplici appassionati di videogiochi alla ricerca di "scoop" sparsi per la rete per guadagnarsi qualche cosina.... nella speranza, un giorno, di diventare redattori a tutti gli effetti e messi sotto contratto per vivere scrivendo di videogiochi.

Emblematico è stato l'articolo su Quantum Break, con il blogger che nelle slide sulle tecniche utilizzate da Remedy aveva letto per errore la parola 720p ad un target rendering (e non sull'output video, con la risoluzione finale specificata invece a 1080p): non solo si stava propagando a macchia d'olio la falsa notizia che Quantum Break girasse a 720p, ma nessuno degli altri "pappagalli" si era chiesto se le cose stessero effettivamente così e se quelle slide confermassero la poi clamorosa "svista":

 
L'importante è dare una notizia, nel modo più celere possibile, anche sbagliando o senza controllare autore e fonte dell'articolo, perchè si sa, nell'era di Internet è sempre possibile fare un passo indietro, ed editare un articolo, anche a danno "compiuto", quel danno che gli stessi media hanno fatto ad Xbox One e Microsoft facendo passare messaggi sbagliati, storpiati, non veritieri, ed è anche grazie a questi blogger (alcuni hanno anche una enorme visibilità, vedere Angry Joe il paffuto youtuber che sta letteralmente demonizzando Halo 5, e con lui fanboy di opposta fazione..) se l'utenza media, quella che non si informa a dovere, crede ancora che su Xbox One non sia possibile prestarsi i giochi o giocare offline.... (e ok, anche Microsoft ha la sua buona dose di responsabilità, questo nessuno lo nega, ma a distanza di anni leggere ancora certe cose fa riflettere...).

Ma poi come può essere maturo un medium quando orde di fanboy creano account falsi per mettere recensioni negative a giochi che mai e poi mai hanno provato, ma solo per far fare ad Xbox One la "brutta figura"? 

Mai come per questa generazione di console l'universo videoludico è stato inquinato così tanto dal faziosismo più estremo, faziosismo che, purtroppo, è partito proprio dai cari media...

X-Rays

martedì 27 ottobre 2015

Out of Control: i compromessi del Digital Foundry e le recensioni su Halo 5: Guardians


Era solo questione di tempo e le sensazioni, non troppo entusiastiche, nell'aria. Tutti ne parlano, c'è chi lo sta già idolatrando e chi, invece, ha optato per una sensazionalistica propaganda negativa ai danni di Halo 5: Guardians. Per carità, ogni pensiero, recensione, commento apparsi nei vari siti specializzati sono comunque soggettivi e, come in tutte le cose, c'è chi le apprezza e chi non le apprezza.

A me un gioco può piacere, mentre ad un mio amico no: è tutta una questione di gusti personali. Fin qui nulla da obiettare se non fosse per alcune idiosincrasie che ho notato leggendo le varie recensioni su Halo 5: Guardians, la nuova esclusiva per Xbox One.

Non discuto dei voti ma del metro di giudizio utilizzato da alcune redazioni, che ho trovato a dir poco "scellerate". La trama del nuovo Halo ha spezzato in due la critica, c'è chi la sta amando e chi invece l'ha trovata "lineare e poco profonda". In altri casi ho letto di poche novità per la serie (Agent Locke è forse passato inosservato, così come la storia su Master Chief, traditore o incastrato?), altri invece che lamentavano un taglio troppo netto con il passato quasi non si trattasse più di Halo.

343 Industries ha fatto pienamente centro quindi, perchè non ho mai visto una così poco uniformata critica nei confronti di un videogioco. E credetemi, questo è un aspetto assai positivo, perchè significa che la storia della campagna per giocatore singolo è così frastagliata, variopinta e ben narrata che c'è gente che non l'ha capita, l'ha capita a metà o è entrata perfettamente nei panni di Chief, Lock e compagnia bella.

Come per tutti i romanzi, tale divisione della critica specializzata non fa che alimentare curiosità nell'ultima creazione dei 343 Industries, che porta il videogiocatore alla scoperta, diretta, di quel che accade nel mondo di Halo 5. 

Halo 5: Guardians e il pomo della discordia...
Tra alti e bassi la campagna sicuramente vi sorprenderaà (o vi lascerà completamente indifferenti...), ma solo giocando si può scoprire l'essenza di questa monumentale produzione. Ma non si può però bocciare un gioco senza farne prima un'analisi accurata, oggettiva, imparziale, lasciando per un attimo considerazioni personali (sì amo la serie, no non sono un fan di Halo, oddioi questa è una IP esclusiva per Xbox One! Ma io detesto Microsoft e Xbox...) e cercando di focalizzarsi unicamente su quello che molti media locali e internazionali sfugge ultimamente: il videogioco.

Perchè un conto è argomentare i motivi per cui un gioco non è piaciuto, un conto è dire per partito preso "questo Halo 5 è il peggiore di sempre" senza dare spiegazioni in merito.

Verissimo che si tratta di uno dei giochi più attesi per l'utenza Xbox e, più in generale, per gli appassionati puri del videogioco, ed era lecito che catalizzasse tutta l'attenzione dei principlai siti di informazione, ma proprio per questo per un titolo così imponente andavano fatte analisi che vanno ben oltre alla canonica recensione, quasi si trattasse dell'ennesimo giochino semi sconosciuto.

Così, un po' per svogliatezza, un po' per faziosità, il voto generale su Metacritic si è attestato attorno all'86 su 100 grazie ad alcune recensioni negative. Non che il voto sia malvagio, anzi, ma come fu per Forza Motorsport 6 sono bastate due voci fuori dal coro per abbassare la media voto. Voci fuori dal coro che stanno quasi a dire: "guardate, questo gioco è stato sopravvalutato e vi spieghiamo perchè, noi non siamo come tutti quelli che elogiano un videogame per il solo nome".

Il bastion contrario che in realtà adotta una politica mirata e precisa, quella "voce fuori dal coro" che cerca di mettersi in mostra nel marasma mediatico e che punta alla negatività per attirare click e utenti. E' il caso del portale Destructoid che ha letteralmente bocciato Halo 5: Guardians definendolo addirittura come il peggior capitolo della serie. Io sarei anche d'accordo se si motivasse nel dettaglio la bocciatura, ed è troppo semplice additare la trama come "insensata, piatta, lineare, scontata" se poi non si offrono incipit specifici.

E questo è un problema, tra le altre cose, del 90% dei giochi, soprattutto quando parliamo di sparatutto in prima persona. Cosa dire della serie Call of Duty allora? Vi ricordate negli ultimi anni di un capitolo non soporifero? Un capitolo dalla trama ricca e interessante? Eppure il gioco è sempre stato premiato dalla critica.

Ma la cosa che mi ha fatto storcere il naso è come Destructoid ha trattato Halo 5 e Killzone: Shadow Fall, e questo è il risultato:


Dunque è proprio vero che nella maggior parte dei casi si utilizzi la soggettività piuttosto che l'obiettività nelle recensioni, e dire che il "giornalista" dovrebbe mantenere solo una certa imparzialità. 

Uno stacco così netto rispetto agli altri giudizi della critica fanno riflettere, e non poco, con la risultante che tale mossa sia stata studiata ad hoc per "parlarci sopra".

Avevo riportato un caso simile (questa volta Games Radar) con Forza Motorsport 6, altra esclusiva Xbox One, giusto per farne un paragone diretto:


Prediligere le esclusive PS4 rispetto a quelle Xbox One? Potrebbe anche darsi... e i casi non si fermano solo a questi due videogames ma possiamo continuare citando Sunset Overdrive vs Infamous: Second Son, Gears of War Ultimate Edition vs The Order 1886 e via discorrendo. Attenzione però, mi riferisco alle recensioni "di rottura" e non alla casistica media.

E curioso anche constatare come quella che dovrebbe essere la testata ufficiale Xbox abbia bocciato Forza Motorsport 6 prima e Halo 5: Guardians poi (sebbene quest'ultimo solo in parte). Vi do' una dritta: controllate chi è l'editore attuale dell'allora Xbox Official Magazine e capirete il motivo di tale astio... vi semplifico il lavoro dicendovi che "stranamente" la recensione di OXM su Forza Motorsport 6 sia assente mentre è presente quella di Games Radar:

Ma il non plus ultra dell'accanimento mediatico, per l'ennesima volta, parte da quel Digital Foundry che non perde un giorno per di dare addosso a Xbox One. Ogni scusa è buona, ogni analisi mostra una faziosità senza precedenti, considerando anche due fattori peculiari: ai tempi di Xbox 360 e PlayStation 3 le analisi erano molto più soft sebbene Xbox 360 abbia mantenuto la leadership quasi fino alla fine sulla qualità tecnica delle produzioni di terze parti, ma il DF non ha mai calcato la mano più di tanto come fa invece con l'attuale generazione di console, in secondo luogo ogni recensione tecnica per i giochi Xbox One è fatta con una minuziosità che non si trova per quelle PlayStation 4.

Non c'è gioco che scampi alla mannaia del Faulty, ogni titolo che riporti la dicitura "Xbox One" viene visto come il gfestival del compromesso, dell'incapacità della console di Microsoft nel gestire texture, filtri, frame rate, risoluzione se non con "vistosi tagli" causati dalla pochezza della GPU, la lentezza della memoria e, ma sì mettiamoci anche dall'ingombrante alimentatore (tanto tutto fa brodo...).

Ebbene, dopo la scelta di Eurogamer.net di abolire i voti in concomitanza dell'arrivo di The Order: 1886 (oh, chissà perchè poi...), la redazione anglosassone introduce l'innovativo "cosa funziona e cosa non funziona" durante una ricchissima analisi di Halo 5: Guardians.

Prima stranezza: il DF nell'analisi pre-lancio aveva esaltato la qualità generale del gioco di 343 Industries, facendo i complimenti alla software house per l'ottimo utilizzo della risoluzione dinamica (che raramente toccava i 1080p pur mantenendosi nella quasi totalità delle volte a 1344x1080p), scelta che ha permesso di mantenere i 60 fotogrammi per secondo fissi, più una corposa scelta di tecniche di rendering all'avanguardia come il phisically based rendering sugli oggetti, effeti di luce pre-calcolati e compagnia bella.

Con la build finale invece, il DF ha quasi ritrattato gli elogi dell'analisi preliminare cercando, mestamente, tutta una serie di contro che lasciano spiazzato il lettore. Come l'Agenzia delle Entrate che fa pelo e contropelo a chi magari evade un euro, il DF ha fatto una lista di tutti i compromessi utilizzati dai 343 Industries pur di mantenere la fluidità sui 60fps. E manca un riassunto di quante volte il gioco va in sub-HD, quante volte in Full HD o risoluzioni ibride. Come mai? Scommetto che Halo 5 mantiene il più delle volte i 1344x1080p...

Alti compromessi su Forza Motorsport 6, perchè è giusto che sia così!
E qui, come quanto accaduto anche per Forza Motorsport 6, possiamo ammirare la "lista della spesa" con frasi tipo "la GPU di One", "non gravare sulla GPU", "per via di limitazioni tecniche di Xbox One", "come già dimostrato la netta inferiorità della GPU di Xbox One".

In pratica nonostante il risultato ottenuto, a tratti incredibile visti gli ambienti aperti e quanto accade su schermo, considerando i granitici 60fps, si cerca sempre di minimizzare le capacità della console per farne apparire più evidenti i difetti.

E già che mi titoli "cosa funziona e cosa non funziona" nell'articolo mi stai apertamente dicendo che qualcosa non va...

Peccato che di compromessi anche PS4 è piena, così come lo sono TUTTI i giochi che escono su console e PC, tablet o smartphone. Per forza di cose esiste ed esisterà sempre un compromesso per far girare egregiamente una produzione videoludica (ricordo ancora i tempi in cui Crysis su PC girava con forti tagli poichè ai tempi non esisteva ancora un hardware potente per farlo girare al massimo dei settaggi...).

Perchè con Halo 5: Guardians il Digital Faulty c'è andato giù pesante? Perchè non ho mai letto di analisi tecniche similari così negative per produzioni apparse su PS4? Perchè non ritrovo pro e contro, cosa va e cosa non va nelle recensioni su Infamous: Second Son, Driveclub, Killzone: Shadow Fall o The Order: 1886?

Aggiungo le "dimenticanze" nel citare anche il 4xMSAA di Forza Horizon 2, le sviste sulla presenza o meno del physically based rendering di Rise of The Tomb Raider o l'incremento a 24 vetture di Forza Motorsport 6.

Physically based rendering sì, no, forse? L'accendiamo DF?
Come è possibile che per Halo 5 si vadano ad analizzare ombre, effetti particellari, animazioni, alpha blending ed effetti pre-baked mentre su un Infamous: Second Son non sono riusciti a vedere che anche lì gli effetti di luce erano precalcolati, senza riflessi delle ombre e con la "limitazione" dei 30fps? Perchè su The Order: 1886 non hanno sottolineato la mancanza di riflessi nelle superfici riflettenti come specchi d'acqua, pozzanchere o vetri opachi? Perchè su Killzone: Shadow Fall non viene fatta menzione che non si combatte mai contro più di cinque nemici contemporaneamente? E mi fermo qui perchè la lista di "compromessi" è davvero spaventosa, senza poi dimenticare anche tutti i downgrade che hanno subito questi giochi solo per la smania di Sony di dire "vanno a 1080p". Eccetto il multiplayer online di Shadow Fall ovviamente. Con il compromesso del frame rate mai fisso a 60.

Vedete, è così facile cercare "compromessi" in un videogioco, perchè un videogioco è realizzato proprio partendo dai compromessi, soprattutto quando guardiamo in ambito console, dove l'hardware è limitato nel tempo.

Poi vanno ad elogiare la Uncharted Collection che è un copincolla dei vecchi capitoli ritoccati solo in alcune texture, effetti, risoluzione e frame rate (ma stessi asset, stessi poligoni) e che dimostra la potenza di PS4 o esaltano un gioco su binari con quattro personaggi a 19 frame per secondo come Until Dawn dicendo addirittura come il gioco fosse un atto di forza di PS4. E certo, ora è tutto più chiaro, caro DF: mai un espediente sulla super PS4 ma invece forti limitazioni su Xbox One. 

Peccato che i fatti dicano il contrario, con miglior frame rate su One, 1080p in molte produzioni senza tagli (vedere Mad Max e gli ultimi giochi che non siano Star Wars: Battlefront) e migliori filtri da due anni a questa parte.

Meglio i 1080p che filtri migliori cit. Digital Faulty
Ed ecco proprio la ciliegina sulla torta: il DF lamenta il fatto (venendo anche corretti da uno sviluppatore...) che su PS4 "incredibilmente" i filtri su texture ed effetti in generale siano peggiori sulla console di Sony. Bene, dopo due anni si sono accorti che qualcosa non andava.... hanno prediletto i 1080p rispetto alla ricchezza di filtri, spesso assenti su PS4 come il filtro anisotropico (che tanto leggero non è, checchè ne dica qualche esperto da forum...) e che ho continuamente riportato sia su questo blog che su altre realtà. Ma ero quello cieco, il fazioso pro Xbox che non voleva ammettere una maggior definizione su PS4, quei filtri erano solo nel mio immaginario e nei crushed black di Xbox One.

Analisi tardiva, ma che finalmente aprirà gli occhi a qualche fan fin troppo convinto di avere con PS4 una super console: già una super console che per arrivare ai 1080p e mantenere un frame rate spesso ballerino ha come compromesso quello di tagliare in effetti e filtri...

E' bene che lo sappiate: il filtro anisotropico impatta sul frame rate in generale, pensate ai giochi, già poco performanti in termini di fluidità su PS4 (anche se qualche eccezione esiste) quanto avrebbe inciso l'AF: esperienze prossime agli 0 frame?

X-Rays


venerdì 16 ottobre 2015

Out of Control: La campagna marketing del DF sulla Uncharted Collection e le dichiarazioni (assurde) di Alan Kertz di EA DICE


Giorni caldi, caldissimi questi e non per un autunno che mostra temperature ancora sopra la media. Le attenzioni su Halo 5: Guardians hanno giustamente monopolizzato tutti i media, dato che stiamo parlando di uno dei titoli puù attesi per console, in particolar modo su Xbox One.

Il quinto capitolo di una delle saghe più amate si preannuncia essere come il più grande, grosso e bello mai realizzato prima dai 343 Industries, e non c'è giorno in cui non manchino notizie relative ad Halo. Grande attenzione (e successo) anche sulla campagna marketing del gioco nota come Hunt the Truth, un modo nuovo per pubblicizzare un prodotto inserendo elementi sulla trama interessanti, spoiler e "false" testimonianze che servono per sviare i pensieri dei fan: Master Chief traditore o meno? Lo sapremo tra pochi giorni, questo è poco ma sicuro.

Un viral marketing ben congeniato da Microsoft che finalmente ha dimostrato anche di saperci fare quando intende promuovere senza limiti un suo prodotto.


Ma come si fa a "rispondere"alla mastodontica Hunt the Truth e focalizzarsi su altro? La risposta ce la offre Eurogamer, ancora una volta grazie al Digital Faulty (ex Digital Foundry) che ha, con analisi mirato, tentato di focalizzare l'attenzione dei suoi lettori sulla Uncharted Collection, la "killer application" di PS4 per questo Natale, che si accosta ad un'altra produzione di rilievo: lo spettacolare e mirabolante Until Dawn. Anche per questo fine anno infatti i giocatori marchiati dal "greatness awaits" avranno esclusive invidiate da tutti e potranno mettere mano a un gioco sui binari per una esperienza cinematografica senza paragoni e addirittura alla remaster a 1080p di tre vecchi giochi apparsi su PS3. Niente male davvero.

Senza troppi peli sulla lingua il buon DF ha infatti realizzato un poker di splendidi articoli che hanno coperto tutte le fasi della Uncharted Collection: analisi pre-lancio con la demo messa a disposizone dai Naughty Dog, il Face Off del primo Uncharted, il Face Off del secondo episodio e il Face Off di Uncharted 3.

Non un articolo unico, bensì quattro speciali indispensabili per accomunare le due parole "Uncharted" e "1080p su PS4" che facilmente i BOT di Google indicizzano per portare in testa alle ricerche un DF alla disperata ricerca di click.


Inutile dire che per tutti e quattro gli articoli c'è l'esaltazione per un semplice porting a 1080p (ma comunque a 60fps, cosa non di poco) che non offre nulla di nuovo al giocatore, con asset grafici riciclati, assenza di multiplayer online, nessun bonus aggiuntivo e solo qualche miglioria sul lato estetico (una manciata di texture ad alta definizione, miglior utilizzo di filtri e illuminazione). Nemmeno a dirlo ciò ha di fatto esaltato il DF che sembrava aver messo mano su chissà quale produzione, così esaltati da questa Collection che addirittura per il sito gemello VG247.com si è preso Uncharted 2 come hands-on di Uncharted 4, nonostante il redattore avesse espresso che il gioco "sapeva di già visto".

Insomma, una così mirabolante leccornia tecnica che c'è chi scommetteva, giocando a Uncharted 2, di provare a tutti gli effetti il quarto capitolo della serie in arrivo nel 2016 su PS4.

Non sto scherzando:


Cosa è accaduto al povero redattore? Ovviamente nulla, è rimasto al suo posto nonostante il grossolano errore perché, in certi ambiti, "si può sempre sbagliare". Giusto dare una seconda opportunità a chi non conosce una serie, ci fa uno spettacolo spacciando il gioco per un altro, ma alla fine l'obiettivo è sempre lo stesso: raccogliere click, con gaffe o meno.

Che poi la credibilità di certe fonti e di certi autori venga meno poco importa, l'importante è attirare persone e flame! E lo chiamavano giornalismo... addirittura "specializzato", già specializzato in fandonie!

Torniamo un attimo al DF però: un articolo a settimana, per quasi un mese intero per coprire la Collection di Uncharted. Nulla di male in tutto ciò se non fosse per il solito discorso di "un peso e due misure".

Alla domanda "accadde lo stesso con la Halo: The Master Chief Collection" la risposta è purtroppo negativa: No, il DF non fece quattro analisi discinte per ogni capitolo compreso nella Collection ma ci fece un Face Off dedicato ad Halo 2: Anniversary e uno per gli altri tre restanti.

Riassumendo: Uncharted Collection ben quattro articoli per tre giochi, Halo Collection due articoli per quattro giochi (o, se preferite, tre articoli per cinque giochi se integriamo Halo 3: ODST arrivato postumo come regalo per la Collection)

Eppure tutti e quattro gli Halo contenuti nel cofanetto della Master Chief Collection hanno goduto comunque di un restyling con boost di risoluzione a 1080p e 60 fotogrammi per secondo (Full HD ibrido in Halo 2: Anniversary per via del doppio engine utilizzato, ossia originale Xbox e versione inedita che è possibile cambiare in qualsiasi momento in tempo reale). E poi c'era anche l'online, sebbene al lancio fosse piuttosto problematico, ma integrare quattro giochi in uno, con due capitoli derivanti dalla prima Xbox ha messo a dura prova il net code di 343I e infatti...

Inoltre una differenza di non poco conto: Halo Collection veniva venduto a prezzo budget (40 euro) mentre la Uncharted Collection è venduta a prezzo pieno (circa 70 euro). Quando le differenze erano per il DLC di Destiny aggiuntivo in edizione PS4 però... non si sorvolò su questo punto, anzi venne sottolineato proprio in termini di peculiarità:


Altro fatto curioso: spesso e volentieri il DF torna sulle analisi dei giochi testati per PS4 dopo l'arrivo di patch, cosa che non fa regolarmente invece coi titoli per Xbox One, a meno che non si chiamino The Witcher 3 (e le analisi fatte sono quelle quando le patch migliorano il gioco su PS4).

Come al solito le tempistiche e il modus operandi del DF sono "strane", coincidenze che qualche sospetto lo portano anche ma sono sicuro che si tratti proprio di sforunate coincidenze...

Ma lasciamo perdere il bersagliato DF e concentriamoci adesso sulla notizia del giorno, o della settimana: tutti i principali siti di informazione (?) videoludica stanno riportando un tweet dell'8 ottobre di tal Alan Kertz, gameplay designer di EA DICE (e badate bene a quel gameplay designer, che c'entra poco o nulla con la programmazione del gioco vero e proprio) secondo cui "Xbone" (termine dispregiativo utilizzato per identificare Xbox One) è un hardware inferiore rispetto a PS4 e che le future DirectX 12 non serviranno a nulla per colmare il gap tra i due sistemi.

I titoli dei vari portali riportano più o meno così: Per EA DICE Xbox One ha meno potenza di PS4 e le DX12 non porteranno benefici". Cambiate qualche sinonimo e avrete il titolo per tutte le testate giornalistiche (?).

   
E la sua sparata sulle DX12:


E quanta ironia poi....


Secondo l'esperto in tool di sviluppo ed engine, nonchè profondo conoscitore di hardware per console, Kertz rivela a tutti che questo è un dato di fatto, poichè anche in Battlefield 4 e non solo nell'imminente Star Wars: Battlefront ci saranno differenze prestazionali, ossia 900p e 60fps su PS4 e 720p e 60fps su Xbox One.

Quindi prendendo un vecchio titolo al lancio, che girava meglio su PS4 e utilizzava il vetusto Frostbite 3, prendendo il nuovissimo Star Wars: Battlefront, che girerà a più alta risoluzione su PS4 utilizzando ancora il vetusto Frostbite 3, possiamo asserire che Xbox One è il sistema inferiore.

Tale e illuminante dichiarazione, fatta più da un fanboy che da uno sviluppatore (e ribadisco che il tizio in questione disegna livelli e stage di Battlefield, non mette mano al codice macchina...) sarebbe anche corretta se non fosse per due elementi che in pochi hanno percepito: tanto Battlefield 4 (e ci aggiungo anche Battlefield: Hardline) che Star Wars: Battlefront usano gli stessi asset e lo stesso, antico engine; in due anni da una release all'altra non sono cambiate di una virgola risoluzione e frame rate, con tre produziuoni a 720p su One e tre produzioni a 900p su PS4. 

Inoltre il buon Kertz dovrebbe spiegarci come mai su numerosi giochi vi sia parità prestazionale (e tal volta i giochi anche se con minor risoluzione nativa girano meglio su Xbox One.... misteri della fede e del... DF!!!) anche quando la risoluzione è di 1080p, cosa che non è mai accaduta con i Battlefield e la sua reskin di Guerre Stellari, nemmeno sulla più potente PS4.

Purtroppo, e questa ne è la conferma, engine datati e poco ottimizzati su Xbox One raggiungono risultati indecenti, mentre altri più performanti e meglio ottimizzati riescono a offrire anche sulla console di Microsoft esperienze di gioco ottimali, basti vedere il recentissimo Mad Max di Avalanche Studios, senza scomodare Halo 5: Guardians che è dietro l'angolo...

Inoltre chiedo a Kertz e a tutti coloro che ne stanno riportando i suoi tweet, nemmeno fosse il lead design del Frostbite, per quale motivo vi sia stato un così forte downgrade su Star Wars: Battlefront che dal suo annuncio e relativi primi video sembrava che il gioco dovesse avere una qualità visiva ai limiti del realismo, almeno su PS4 con quel trailer che tutti noi ricordiamo così:


Qualcosa è evidentemente accaduto e tutta quella poverbiale grafica è venuta meno dopo il reveal, dato che gli attuali gameplay video testimoniano il contrario, ossia una grafica "tipica" della serie Battlefield, povera e spartana, sebbene gli effetti di luce e le texture del terreno siano superbi:


Le testate giornalistiche riportassero per intero chi ha scritto quei tweet, che esperienza ha nel settore e se è, cosa ben più importante, uno che disegna su carta bozze di livelli o se programma con C#, C++ e altri tool di sviluppo e sappia riconoscere una Direct X da una Open GL.

Siamo alle solite, basta un tweet di chicchesia per scatenare interi articoli e flame sui forum, poi che sia un semplice designer editor o un coder non fa testo, l'importante è che se ne parli!

E come gli avvoltoi che volteggiano attorno alla bestia moribonda per mangiarne le interiora, spuntano come funghi fantastici sondaggi e pseudo articoli che prendono il "momentum" mediatico cavalcandone perfettamente l'onda e portare altri click, commenti di esperti e infiammare sterili discussioni!!!

Se non ci fossero bisognerebbe inventarli, troppo difficile fare domande magari agli architetti di Xbox One o chiedere lumi ai team interni. Alla fine che Quantum Break utlizzerà le più importanti tecniche di rendering, di cui molte inedite su console, facendo girare tutto a 1080p e 30fps su una "semplice" Xbox One... ma chissene frega! Clickclick! E questo che alla fine conta davvero, per il giornalismo spazzatura.


Poi si arrabbiano se li prendo sempre di mira... 

Ora vado di fretta, devo chiedere al mio meccanico di fiducia qualche consiglio sulla nouvelle cousine....

X-Rays

mercoledì 30 settembre 2015

Out of Control: il marketing nascosto e la distruzione di Xbox secondo i media


Non c'è giorno in cui non si possano ammirare spettacolosi e spettacolari articoli contro Xbox, in particolare Xbox One. Tra recensioni, news superficiali e analisi di demo, i principlai media ci regalano delle perle di non poco conto, con l'ormai estenuante guerra "santa" di innalzare PS4 a Sacro Graal videoludico, la console mirabolante che tutto fa e che tutti desiderano, mettendo in un angolino la bistrattata, inutile, meno performante One. A che pro?

Ormai è chiaro a tutti che il giochino di "elogia PS4 sempre e comunque" unito al "massacra Xbox One in ogni dove" attira click, tantissimi click e scatena flame infiniti tra le due fazioni all'interno dei vari articoli che popolano il web. E gli editori si crogiolano, convinti che i dati forniti da Google attraverso i suoi tool possano far fare ulteriori balzi in avanti tra indicizzazione ed introiti pubblicitari.

Giustamente "squadra vincente non si cambia" e la stessa cosa, pedissequamente, è stata apportata anche ai timoni redazionali dei vari IGN, Gamespot, Edge, Kotaku, Gamesradar, Eurogamer, NeoGaf e le realtà italiane che tutti voi conoscete.


Questo "marketing nascosto", celato e non diretto effettivamente sta dando i suoi frutti, con la sempre maggiore convizione che "sì, acquistando PS4 ho fatto la scelta giusta, aveva ragione il sito X". Un lavaggio del cervello bello e buono, sottile, di cui quasi non se ne accorge, tanta è la disinformazione che aleggia su questi blog (e poche sono le testate giornalistiche vere e pure in questo campo).

Il leit motiv si ripete ogni giorno, senza sosta, con l'inganno di questi "siti specializzati" multiformato che dicono invece come stanno realmente le cose. Chi osa dare addosso al Digital Foundry che, tool alla mano, riesce a mostrare le carenze di Xbox One? Chi osa dire ai veterani di NeoGaf che quel forum è popolato da veri diffamatori che collaborano con alcuni esponenti di Sony? Chi osa contraddire i siti di cui sopra che, in via del tutto oggettiva, analizzano i vari giochi per PS4 e Xbox One?

Sarà che con l'ondata di tante, tantissime notizie su Xbox One, l'arrivo di una serie di ricche esclusive e progetti molto interessanti (la Nuova Esperienza Xbox su tutte), una line-up che per questo fine anno non lascia scampo alla concorrenza, è difficilissimo tenere in ombra la console di Microsoft, e allora che si fa? Il canonico gioco delle parti: si sminuiscono le produzioni di Xbox e si esaltano i remaster o indie di PS4, con qualcuno che li fa passare come fossero tripla A ad alto budget.

Questo massacro mediatico, che mai si è assopito, è adnato crescendo già da questa estate, con Microsoft che ha mostrato finalmente gli artigli realizzando due show che verranno ricordati negli annali: E3 2015 e Gamescom 2015. I giocatori, gli hardcore gamer veri, quell'utenza che si informa a 360 gradi e non si ferma alle apparenze date dagli Eurogamer di turno, hanno finalmente capito il valore di One che, tra caratteristiche tecniche peculiari, ingenti investimenti in titoli sviluppati dai first party e il profuso impegno da parte del team Xbox di garantire sempre una esperienza unica, fanno di Xbox One la console più completa sotto ogni punto di vista.



Il terrore dei "soliti ignobili" lo si è visto già a giugno tra i vari editoriali e speciali sull'E3, con la maggior parte dei media "multiformato" che si è apertamente schierato, stranamente, in favore di Sony e la sua ridicola press-conference e additato a quella di Microsoft come "un buono show", ma nulla di più. Di questo ne ho già parlato, e il trend è continuato anche con la Gamescom 2015, con la perla di Multiplayer.it che, paradossalmente, è riuscita a mettere tra i vincitori dell'evento quella Sony che non era presente alla fiera tedesca ma "considerando il potentissimo E3", era chiaro, ma solo per loro inetti, che Sony era comunque da mettere sul gradino più alto del podio. E poco importa se dall'altra parte veniva mostrato il Cloud Computing con Crackdown 3 o Scalebound.

Ma si tratta di opinioni di blogger, come per i miei articoli, quindi un leggero faziosismo è sempre ammesso, o sbaglio? Sbaglio perchè proprio su questi siti che si spacciano per imparziali, onesti e liberi da vincoli commerciali si leggono gli articoli più incoerenti e di parte, sì, proprio in quelle realtà dove invece andrebbe esaltato il videogioco nella sua sostanza e non sul pezzo di plastica su cui gira. Sono proprio queste (ir)realtà che, manipolando i fatti, agevolano e inducono alle "console war", per un mero interesse personale (può darsi che Microsoft non offra abbastanza soldi per le inserzioni come invece fa Sony...).


Così dopo i due colossali showcase della casa di Redmond a Los Angeles e Colonia che i media hanno quasi voluto far passare sotto traccia, si è passati alle recensioni delle esclusive per Xbox One, non con un occhio di riguardo bensì andando ad analizzare gli aspetti negativi dei vari prodotti, tal volta con una verve creativa non indifferente, che neppure il povero Salvador Dalì poteva immaginare.

Prendiamo una delle IP più interessanti della scena Xbox, ossia Gears of War che ha visto nel suo primo capitolo un remake completo del primo capitolo giunto ad agosto su One, a prezzo budget, ma indovinate cosa è successo....

Nonostante stiamo parlando di una produzione AAA, con tutti gli elementi grafici realizzati da zero, pieno zeppi di miglioramenti (soprattutto lato online con l'arrivo dei 60fps granitici e risoluzione nativa a 1080p), i media hanno pressochè bocciato la produzione di The Coalition. Chi dice che il gioco non sia cambiato molto dalla sua prima apparizione (ma và? Si tratta pur sempre di un remake eh!), chi dice che i 60fps sono un problema perchè stravolgono troppo l'online (e da quando? Una volta si diceva fosse un pro...), chi invece addita al tasto A un eccessivo utilizzo e chi ancora non vedeva differenze grafiche sostanziali ma solo cali di frame rate.

No, non sto dando i numeri, sono articoli realmente apparsi su questi portali (guardate i link) forse accecati dalla rabbia poiché sulle loro PS4 non sono arrivati giochi nuovi, da circa un anno e mezzo.



Le stesse testate che però hanno osannato in precedenza The Last of Us o God of War 3 in edizione remaster su PS4:


Riassumendo dunque, se un remaster arriva su PS4 è da elogiare, se arriva su Xbox One rischia invece di fallire, per non si sa bene quale reale motivo. Ovviamente poco risalto a Gears of War: Ultimate Edition (un semplice remake, giusto?) ma pagine e pagine dedicate alla Uncharted Trilogy, che sembra aver già monopolizzato i "soliti ignobili" che esaltano le qualità di questo cofanetto.

Parole al miele, tre remaster al prezzo di un gioco nuovo sprovvisto di multiplayer ma che con i suoi 1080p (come se GoW UE girasse a 720p...) e ben 60fps (con evidenti cali...) diventa il "must buy" della uber-PS4. Il trattamento della Uncharted Trilogy (che valuto comunque come ottimo prodotto, sia ben chiaro) è coi guanti di velluto, nessuno si lamenta del fatto che non vi sia l'online o che, oggettivamente, il porting dei tre titoli non inserisca nulla di nuovo, e parlo sul versante grafico.

Per Eurogamer.it è la remaster "come non se ne vedevano da tempo", con il Digital Faulty che ne esalta addirittura la tecnica (davvero!). Fatto curioso: non ci sono gallery che mettono a confronto i titoli originali con i remaster, ma solo due video che dimostrano la bontà del frame rate e le mirabolanti cut-scene!


Come mai l'assenza delle gallery, invece presente nell'analisi di Gears of War: Ultimate Edition? Paura di mostrare, a conti fatti, che i remaster sono tali e non adeguati agli standard attuali, se escludiamo qualche effetto di luce in più e i 1080p/60fps non fissi?










Forse il Digital Faulty è troppo impegnato nell'ammirare le incredibile performance di Until Dawn, un gioco che, a detta loro, sfrutta in maniera egregia l'hardware di PS4, ben 1080p nella risoluzione nativa e un frame rate che oscilla tra i 19 e i 40fps (e li tocca, i 40, in casi più unici che rari...): non male per un horror game su corridoio pieno zeppo di Quick Time Events e due personaggi su schermo.

Se veramente Until Dawn è il gioco che spinge al limite PS4 allora abbiamo anche un quadro piuttosto chiaro su quale sia la console più potente....



Una esperienza su binari al pari di quelle sulle montagne russe, ma con molti più "sali e scendi". Ma se di Until Dawn se ne esaltano le qualità tecniche, senza colpevolizzare ad esempio la scarsa CPU di PS4 che fa traballare il frame rate in modo allucinante, di Forza Motorsport 6, l'ultimo arrivato su Xbox One, si raggiungono i 60 fotogrammi per secondo, solidissimi, mai un calo, ma con "grossi compromessi".

Poco importa dell'esperienza generale, l'importante è analizzare che alcune texture sono leggermente sgranate, vi è presenza ancora di aliasing (nonostante meno marcato di FM5...) e che gli effetti meteo sono non dinamici. Addirittura dicono che le pozzanghere 3D utilizzano semplici sprite 2D per dare l'effetto degli schizzi e questo è servito per alleggerire il carico della scadente GPU di Xbox One, che mai riuscirebbe a gestire schizzi tridimensionali e garantire i 60fps.

Non dicono che l'AI è migliorata sensibilmente così come i Drivatar, non dicono che le vetture in campo sono diventate 24 (dalle 18 di FM5), non dicono che molti effetti sono nuovi per la serie, non dicono che il pubblico adesso è anche in 3D, no, ci si sofferma sul fatto che ci sono stati dei compromessi per arrivare ai 1080p/60fps, cosa ripetuta più volte ma che non si riscontra mai nelle produzioni per PS4. 

Discorso semplice: compromessi continui su Xbox One (vedi anche l'analisi errata del DF su Rise of the Tomb Raider, versione demo) per arrivare ad un determinato target, nessun compromesso su PS4 che, semmai ci fossero problemi (sempre tenuti nascosti o poco evidenti dal DF...) è per colpa della software house o dei tool utilizzati, mai dai limiti della macchina. Già questo modo di interfacciarsi alle due console mostra con evidenti "segnali" quali siano le preferenze del DF.

Irriverenza fornita anche in altri canali, con alcune recensioni discutibilissime proprio su Forza Motorsport 6, mirate appositamente per abbassarne il valore su Metacritic. Il no-sense assoluto lo abbiamo con la recensione di Gamesradar e alcune chicche di altri portali. GR boccia l'ultima fatica di Turn10 con un misero 60/100 e le scuse abbozzate per tale giudizio sono oltre ogni immaginazione, che mostra anche l'incompetenza del redattore nel fare un'analisi obiettiva e concreta di Forza Motorsport 6. Lo stesso autore premiò con un voto altissimo (90 su 100) quel Driveclub per PS4 che non ha mai convinto nessuno, a parte Games Radar ovviamente:


Cosa dire poi dei "contro" assegnati da Gamespot? Anche qui si rasenta il ridicolo:


Ovviamente ciò ha avuto una discreta risonanza e c'è chi si è scagliato contro queste pagliacciate, in particolar modo contro la redazione di Games Radar:


Questi sono solo alcuni dei casi in cui la stampa cerca di mettere i bastoni tra le ruote quando si parla di Xbox One e delle sue esclusive. Scommetto che con mente più libera, magari non faziosa come agli albori di questa generazione, titoli come Ryse: Son of Rome o Sunset Overdrive sarebbero più valorizzati, o meglio, supponendoli su PS4 avrebbero ricevuto consensi sicuramente molto più alti.

Dite che sto esagerando? Un enorme complotto che in realtà non esiste? Può anche essere, ma recentemente ho trovato altri due casi particolari, provenienti guardacaso sempre dal DF.

Il primo riguarda una sospetta analisi hardware del DF sui modelli di PS4, quello al lancio e la nuova versione. Anche su NeoGaf molti early adopters di PS4 si lamentavano di una certa rumorosità della console, cosa però non riscontrata dal DF.

La prima analisi hardware in termini di rumorosità e calore aveva dato questi risultati: 44 gradi e 51/42db
durante le fasi di gioco con il primo modello, salvo poi passare a ben 64db nell'analisi successiva con il confronto con il nuovo modello recentemente uscito sul mercato:
Ebbene il DF ha semplicemente "barato" abbassando i valori di rumorosità nelle prime analisi e poi settandoli ai valori reali con il paragone diretto con la nuove revisione, ma la mossa è stata fatta solo per mostrare i grossi benefici del nuovo modello con la ben più rumorosa PS4 del lancio. Ricapitolando: PS4 era rumorosa, ma non per il DF, la console di Sony diventa magicamente rumorosa quando messa a confronto col nuovo modello che, udite udite, ha i valori in rumorosità della finta analisi del primo hardware. 

Sono io che vedo quindi del marcio in certe testate? O qualcosa di losco esiste effettivamente? Riporto semplicemente dei fatti, tutto è documentato e nulla è inventato, come testimoniano link ed immagini.

E cosa dire della demo di Rise of The Tomb Raider che lo stesso DF dava come carente dal punto di vista del realismo poichè assente il phisically based rendering? Questo ovviamente per il DF poichè a conti fatti il gioco utilizza tale tecnica di rendering che dona più realismo a persone e oggetti 3D:

E infatti Crystal Dynamics ha smentito le dichiarazioni del DF e confermato che il gioco usa il PBR, via Twitter:



Con questo chiudo Out of Control di oggi, spronandovi di far conoscere ad altri il vero volto di certe testate giornalistiche che modificano la realtà e vogliono far passare dei messaggi subdoli, negativi, o meglio, non corrispondenti alla verità.

X-Rays