Una volta si correva in edicola e si acquistava l'ultimo numero della rivista Videogiochi, edita dall'allora Jackson Libri, per essere aggiornati su quanto stesse accadendo nel mondo videoludico. Erano i tempi in cui la stampa specializzata muoveva i suoi primi passi, a cavallo tra gli anni '80 e '90, almeno in Italia.
Il boom dei videogiochi nel nostro Paese determinò anche una ristrutturazione della stampa videoludica che, anno dopo anno, cresceva di pari passo come quella più popolare e famosa che trattava sport, politica, economia e via dicendo.
Le riviste di videogiochi muovevano i loro primi passi e le redazioni non avevano nulla da invidiare a quelle di testate ben più importanti e la volontà degli editori era quella di portare il medium videoludico alla cronaca di tutti i giorni, al pari di quella del cinema o delle televisione, tanto per intenderci. Si lavorava sodo, si facevano viaggi e traversate memorabili per i vari press tour sparsi per il globo, con l'unico obiettivo di portare aggiornamenti su questo fantastico e variegato mondo, ai lettori che avevano nelle riviste l'unico mezzo di informazione.
Con l'avvento di Internet e delle prime e-zine i tempi sono cambiati e con essi anche il modus operandi dei siti di settore. Ora che l'informazione viaggia a ritmi incredibili, bastano pochi minuti per conoscere quello che avviene dall'altra parte del globo. Prendete una semplice "news", in pochi istanti ve la ritrovate propagata nei siti più importanti, così come gli eventi come E3, Gamescom tutti trasmessi ormai in diretta e accessibili a tutti.
Quello che è cambiato, essenzialmente, è il modo di rapportarsi al pubblico e il modello con cui si fa informazione. In un mondo dove ogni cosa, ogni elemento viene stereotipato, uniformato, è davvero difficile demarcare le differenza tra un portale e un altro, dato che bene o male tutti riportano la stessa notizia, la stessa fonte, la stessa analisi, senza cognizione di causa. Perchè un utente segue Spaziogames piuttosto che Everyeye o viceversa?
Non di certo per i contenuti ma, tendenzialmente, per chi "riporta per primo la notizia": tal volta si combatte nell'ordine del secondo pur di apparire tra i primi risultati su Google, e fregiarsi così come il sito che ha inserito la notizia in anteprima nazionale. E poi, in cascata, tutti gli altri.
Se prima, con la carta stampata, esisteva una forma di giornalismo, con veri inviati e notizie che andavano tanto cercate, battute quanto elaborate, con il web alla portata di tutti il discorso è cambiato, e anche radicalmente.
Si punta alla quantità, non più alla qualità, si punta a essere i più veloci, non chi riporta la notizia nel modo corretto, perchè basta un secondo e qualcuno può arrivare prima di te.
Tutti, oggi, possono scrivere di videogiochi, perchè per scrivere sono richieste due piccole cose: la conoscenza dell'inglese scritto e una buona conoscenza dell'italiano, sempre scritto. Se poi si ha un background di videogiocatore tanto meglio, ma non è essenziale, perchè per i "dettati" servono solo pochi requisiti.
Quello che ritroviamo tutti i giorni sui vari siti è sempre la solita solfa: qualcuno (nella maggior parte dei casi inglese e americani) di una testata individua un tweet, un post su NeoGaf, una piccola informazione magari diffusa da una software house e si inanella una successione di news copincolla.
Per i portali italiani, per quelli che non hanno una redazione interna, si tratta di risalire alla fonte della notizia (che sia poi affidabile o meno poco importa, l'importante è che si riporti la news) e farne una semplice traduzione. Finito il compitino si passa a quella successiva, così fino a fine turno (di solito un newser, e badate bene, newser, non giornalista, deve scrivere 10 notizie al dì per un corrispettivo di circa 100 euro al mese netti, se lavora per cinque giorni alla settimana).
L'informazione videoludica italiana ed estera viaggia quindi su un binario parallelo, e le notizie pappagallo spesso derivano da questo sistema che è tutto fuorchè giornalisitico. Il modus operandi è quindi il seguente: apro Feedly o un aggregatore di notizie, mi spulcio quelle più importanti e rilevanti riprese da un pool di siti web, ci faccio la traduzione e pubblico, senza curarmi che la fonte all'origine sia veritiera, fondata, supportata da fatti o "prove".
Inoltre i soliti Gamespot, IGN, Otaku e compagnia bella attingono da quello che è visto da tutti come il forum per eccellenza quando si tratta di videogiochi: NeoGaf, il cui fondatore Tyler Malka è stato al centro di alcuni "scandali" che ne hanno intaccato la credibilità: da Gamergate ai fake insider (CBOAT, un account utilizzato da più di una persona) utilizzati per diffondere false notizie attorno a Xbox e Microsoft, o l'avvicinamento di altrettante figure che sono poi sparite nell'ombra, vedi Famous Mortimer o Thuway, due soggetti da cui sono partiti "rumor" come la vendita della divisione di Xbox ad Amazon, la cancellazione del brand Xbox dopo il presunto arrivo dell'ex boss di Nokia Stephen Elop o presunti leak di problemi legati all'hardware e al software di Xbox One, giusto per citarne qualcuno.
Tyler Malka a sinistra e Timoty Lewinson a destra, i fondatori di NeoGaf |
In questi giorni, ad esempio, da NeoGaf è partito il tran-tran sulle vendite basse di Halo 5: Guardians in UK (dati estrapolati non si sa bene da dove e non comprensivi di bundle e copie digitali) e che stanno girando in queste ore anche sui portali italiani.
Gaf è ormai un posto apertamente schierato, pro Sony (alcuni moderatori come Timothy Lewinson sono dipendenti di Adam Boyes di Sony, che detiene anche una sua azienda privata, la Beefy Media...).
In questo forum è quasi immorale parlar bene di Xbox One pena il ban, quando la stessa PlayStation 4 è inattaccabile ed osannata ancor prima che dai fan dai moderatori di Gaf (Bishop su tutti, aka Timoty Lewinson). Basta fare un giro su questo "social" per capire che aria tira... e come sia un posto avverso per gli appassionati di Xbox.... e dire che le principali notizie anti-Xbox partono proprio da qui e, come spesso accade, si evita di dare risalto o visibilità a notizie vicine a Microsoft (non troverete nulla su Crackdown 3 e il cloud computing, sulla retrocompatibilità di Xbox One, le tecniche di rendering di Quantum Break o sul fatto che Microsoft sia il secondo e più importante produttore di videogames al mondo...).
E quando una news non passa per NeoGaf, questa difficilmente trova visibilità all'interno dei siti di un certo rilievo, o se arriva, state certi che arriva in ritardo.
Così, purtroppo, lavorano i cosiddetti "siti specializzati", specializzati nel copiarsi avvicendevolmente le news senza la benchè minima conoscenza giornalistica, perchè chi scrive di videogiochi non è iscritto all'Ordine, non fa parte di una redazione vera e propria e non scrive per una testata regolarmente iscritta la tribunale competente: per questo motivo li definisco blogger. Ovviamente non è sempre così e anche in Italia ritroviamo redazioni "vere" e non virtuali, con capi redattori con tesserino e iscritti all'Albo, ma si tratta di casi unici.
I press tour, all'interno di un sito-modello, li fa unicamente il capo redattore o quella cerchia di fedelissimi, mentre le news, quegli articoli che leggete ogni giorno, passano da ragazzetti che non hanno competenze o qualifiche, sono semplici appassionati di videogiochi alla ricerca di "scoop" sparsi per la rete per guadagnarsi qualche cosina.... nella speranza, un giorno, di diventare redattori a tutti gli effetti e messi sotto contratto per vivere scrivendo di videogiochi.
Emblematico è stato l'articolo su Quantum Break, con il blogger che nelle slide sulle tecniche utilizzate da Remedy aveva letto per errore la parola 720p ad un target rendering (e non sull'output video, con la risoluzione finale specificata invece a 1080p): non solo si stava propagando a macchia d'olio la falsa notizia che Quantum Break girasse a 720p, ma nessuno degli altri "pappagalli" si era chiesto se le cose stessero effettivamente così e se quelle slide confermassero la poi clamorosa "svista":
L'importante è dare una notizia, nel modo più celere possibile, anche sbagliando o senza controllare autore e fonte dell'articolo, perchè si sa, nell'era di Internet è sempre possibile fare un passo indietro, ed editare un articolo, anche a danno "compiuto", quel danno che gli stessi media hanno fatto ad Xbox One e Microsoft facendo passare messaggi sbagliati, storpiati, non veritieri, ed è anche grazie a questi blogger (alcuni hanno anche una enorme visibilità, vedere Angry Joe il paffuto youtuber che sta letteralmente demonizzando Halo 5, e con lui fanboy di opposta fazione..) se l'utenza media, quella che non si informa a dovere, crede ancora che su Xbox One non sia possibile prestarsi i giochi o giocare offline.... (e ok, anche Microsoft ha la sua buona dose di responsabilità, questo nessuno lo nega, ma a distanza di anni leggere ancora certe cose fa riflettere...).
Ma poi come può essere maturo un medium quando orde di fanboy creano account falsi per mettere recensioni negative a giochi che mai e poi mai hanno provato, ma solo per far fare ad Xbox One la "brutta figura"?
Mai come per questa generazione di console l'universo videoludico è stato inquinato così tanto dal faziosismo più estremo, faziosismo che, purtroppo, è partito proprio dai cari media...
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